Il baccalà fritto alla romana è uno dei piatti più amati dello street food romano, apprezzato per la sua croccantezza e il sapore deciso. Si tratta di filetti di baccalà avvolti in una pastella leggera e poi fritti in olio caldo, risultando dorati e croccanti all’esterno ma morbidi e succulenti all’interno.
Una delle curiosità più interessanti riguarda l’origine popolare del piatto. Il baccalà, ossia il merluzzo conservato sotto sale, era un alimento accessibile anche alle classi meno abbienti grazie al suo costo contenuto e alla lunga conservabilità. A Roma, il baccalà ha trovato ampio spazio nella cucina tradizionale, diventando protagonista di molte ricette, specialmente nei periodi di magro come la Quaresima, quando il consumo di carne era limitato.
La preparazione del baccalà fritto richiede attenzione e pazienza. Prima di essere cucinato, il baccalà viene messo in ammollo per almeno 24-48 ore per eliminare il sale in eccesso e renderlo più tenero. Successivamente, viene tagliato in pezzi e immerso in una pastella a base di farina, acqua frizzante e un pizzico di sale. È proprio l’acqua frizzante che dona alla pastella la sua caratteristica leggerezza e croccantezza. I filetti vengono poi fritti in abbondante olio d’oliva fino a diventare dorati.
Una curiosità: il baccalà fritto alla romana è un piatto simbolo della cucina capitolina durante le festività natalizie, ma si può gustare tutto l’anno nelle tipiche friggitorie di Roma, specialmente nei quartieri popolari come il Ghetto e Trastevere. Un tempo, il baccalà in pastella veniva preparato dalle famiglie nei giorni di vigilia, quando la tradizione religiosa prescriveva il consumo di pesce. Ancora oggi, addentare un pezzo di baccalà in pastella croccante è un’esperienza che sa di storia, cultura e autentica romanità.